È giusto produrre energia col legno?

È giusto produrre energia col legno?

E’ lecito chiedersi se l’impiego del legno come fonte di energia non sia più un danno all’ambiente che una risorsa rinnovabile e sostenibile dal punto di vista ambientale.

La risposta giusta è DIPENDE. Ecco perché:

In Italia ogni anno gli alberi nei boschi producono circa 32,5 milioni di metri cubi di biomassa legnosa, di questi ne vengono prelevati soltanto 7,7 milioni (24%). Il bosco quindi continua globalmente a crescere e gli interventi dell’uomo sono sostenibili nel tempo. Con il prelievo delle piante mature l’uomo favorisce la rinnovazione naturale del bosco e crescita delle piante più giovani, anticipando di poco la morte naturale delle piante più vecchie, che possono essere così impiegate per realizzare manufatti e, con gli scarti, combustibile da impiegare per produrre energia.
Se il taglio delle piante avvenisse senza il rispetto delle leggi e quindi dei piani di gestione che si rifanno ai principi di sostenibilità del prelievo, si tratterebbe di fenomeni illeciti che portano a provvedimenti penali e sanzionatori.

Il legno, usato per il riscaldamento domestico in sostituzione dei combustibili d’importazione, porta benefici economici, aumento dei posti di lavoro e una significativa diminuzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, se la gestione di tutta la filiera avviene in modo corretto e professionale.

Hartberg, cittadina austriaca in Stiria dove la popolazione si riscalda per il 53% delle abitazioni con combustibili fossili e per il 47% delle abitazioni con la biomassa legnosa prodotta in loco, ne è l’esempio.
Ecco alcuni dati, che ci aiutano a comprendere i vantaggi diretti e indiretti del corretto sviluppo della filiera legno-energia in un territorio dove sono presenti e utilizzabili in modo sostenibile le risorse legnose:

il settore del riscaldamento a biomassa legnosa dà lavoro a 31 persone, quello del riscaldamento a fonti fossili solo a 4;
ogni anno i cittadini di Hartberg spendono 7 milioni di euro per riscaldarsi con le fonti fossili e 1 milione di euro per riscaldarsi con il legno;
ogni anno sono emesse 31.100 tonnellate di CO2 dai sistemi di riscaldamento a gasolio e metano e solo 800 tonnellate di CO2 provengono dai sistemi di riscaldamento a legna, cippato e pellet.
Se, per ipotesi, si riscaldasse solo con combustibili fossili resterebbero 9 posti di lavoro, il costo per l’acquisto dell’energia salirebbe a 15 milioni di euro e le emissioni di CO2 crescerebbero a 58.500 tonnellate all’anno. Invece, se si riscaldasse solo con biomassa legnosa, il numero di posti di lavoro aumenterebbe a 61, i costi si ridurrebbero a 1,6 milioni di euro, e le emissioni di CO2 sarebbero pari a 1.600 tonnellate per anno.

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